ELEFANTENTREFFEN 47°

29 Gennaio 2003 1.040 views
ELEFANTENTREFFEN 47°

ELEFANTENTREFFEN, IL SOGNO DI UN BAMBINO. 2003.

Alle 19:00 di lunedì ricevo la telefonata di Enrico: a Solla nevica da giorni e le previsioni meteo danno una perturbazione in arrivo dalla Siberia. Il timore non ci fa cambiare idea. La partenza è fissata per mercoledì 29 Gennaio. L’Elefantentreffen è sempre stato uno dei miei sogni di bambino (da quando leggevo “Tuttomoto”) ed il desiderio di parteciparvi ha accompagnato per tanti anni i miei pensieri di motociclista. E’ un raduno nato nel 1956 riservato in origine al sidecar Zundapp 750 (detto l’elefante verde) ma in seguito aperto a tutti i tipi di moto. Si svolge nei “giorni della merla”, il periodo più freddo dell’anno, campeggiando in tenda e scaldandosi al fuoco dei falò. Un evento più unico che raro che esercita un fascino incredibile sui motociclisti e che richiama ogni anno migliaia di partecipanti. L’edizione del 2003 è la quarantasettesima ed è la mia prima. Enrico, su BMW R 80 GS Parigi Dakar del 1986, parla bene tedesco, ha già partecipato nel 2000 ed i suoi consigli si riveleranno preziosi. 

Siamo entrambi scout da decenni e l’esperienza accumulata in fatto di campeggio non ci fa temere la novità di dormire in tenda nella neve. Il nostro amico Maurizio, altro scout di lungo corso nonché esperto campeggiatore, non è un motociclista ma emotivamente è con noi e accetta di costruirci uno slittino smontabile che servirà a trasportare bagagli e balle di paglia al posto tenda. Completano l’attrezzatura un badile, due seggiolini pieghevoli, la carbonella e un fusto metallico che useremo come stufa e fornello. Il mese che precede la partenza ci vede impegnati a testare l’equipaggiamento in qualunque condizione atmosferica: freddo, pioggia, nebbia e ghiaccio. Da Fiorenzuola sono circa 1400 km andata e ritorno e considerando che il sottoscritto dovrà tenere una velocità di crociera un po’ lenta (110 km/h) e che gli imprevisti fanno perdere tanto tempo, decidiamo di prendercela comoda. Il ritorno sarà per lunedì 3 Febbraio. Alla vigilia della partenza la cena è offerta dai miei amici che mi consegnano il solito portafortuna, la foto della regina Elisabetta da attaccare sul serbatoio. Ora tutto è pronto. L’ XT500 è carica, con tagliando fresco, gomme nuove ed un cartello col logo del Motoclub legato al bagaglio. A dire il vero non sono del tutto tranquillo, ma poco male….Chi sceglie l’Avventura accetta la paura. Il morale è alto. L’adrenalina a mille. 


Mercoledì 29 Gennaio Ore 9:00. La moto di Enrico è proprio in stile Elefantentreffen, col bagaglio “a vista” e la slitta caricata già montata. Colazione, foto di rito e partenza. Nei primi 150 km siamo completamente immersi nella nebbia, dopodiché sole fino ad Innsbruck. Le uniche soste durano il tempo di un rifornimento e poi si riparte. Verso le 16:30 comincia a nevicare. E’ nostra intenzione evitare di viaggiare col buio perché di sera la temperatura si abbassa ulteriormente. Purtroppo troviamo alloggio al terzo tentativo, alle 18:30 a Muhldorf, dopo aver viaggiato nell’oscurità con una tormenta di neve che ha reso la visibilità assai critica. Prendiamo posto nella camera e dopo un’abbondante cena cadiamo nel sonno profondo. 


Giovedì 30 Gennaio E’ nevicato tutta notte ma al momento del risveglio il tempo è bello. 
Mancano circa 180 km a Solla. Rabbocco l’olio, lubrifico la catena e si parte. Fortunatamente le strade principali sono pulite. Poco lontano da Passau riprende a nevicare. Non ci fermiamo, vogliamo arrivare il prima possibile a Solla per piantare la tenda. Anche all’Elefantentreffen chi prima arriva meglio alloggia. Ci dirigiamo verso Thurmansbang seguendo strade secondarie completamente innevate ma percorribili a bassa velocità. I problemi per me nascono a circa 6 km dall’arrivo quando comincia la salita: la moto sbanda in continuazione e rischio di cadere da un momento all’altro. Lungo la strada ci sono parecchie moto ferme, soprattutto stradali. Non so come riesco a stare in piedi, mentre Enrico con gomme artigliate procede senza fatica: riesce addirittura a soccorrere un ragazzo tedesco, che ha abbandonato la moto e caricato tutti i bagagli su una slitta, trainandolo fino a destinazione. 


Ore 12:00. Siamo arrivati. 
Vedere coi propri occhi l’insegna all’ingresso del raduno è un’emozione grandissima, ma siamo solo all’inizio. Non vogliamo rischiare e parcheggiamo la moto fuori dalla recinzione. Scarichiamo i bagagli, compriamo le balle di paglia, carichiamo lo slittino e pagata la quota ci avviamo a piedi a cercare il posto migliore per piazzare la tenda. Lo troviamo vicino ad una famiglia tedesca di mezz’età bene organizzati: hanno 2 sidecar BMW, tenda spaziosa con stufa e camino ed il fuoco per cucinare sempre acceso. 
Spaliamo la neve, stendiamo la paglia sul terreno e piantiamo la tenda. Ora che siamo sistemati possiamo farci un giro per il raduno e goderci lo spettacolo. Mi stupisce la moltitudine di persone che campeggia nella neve come se fosse in spiaggia ad agosto. I più organizzati sono i Tedeschi, data la vicinanza riescono a trasportare un’attrezzatura molto fantasiosa: tende indiane “teepee”, tavoli e sedie da campeggio, motoseghe, gruppi elettrogeni, ombrelloni da spiaggia, casse di birra e gran quantità di wurstel. Siamo estasiati e scattiamo foto in continuazione. Non esiste nessun programma e tutto è molto spontaneo e naturale. Lo spettacolo è fatto dagli stessi partecipanti al raduno, una fauna molto varia che comprende gente rude dall’aspetto vichingo e persone “normali” con le solite facce di tutti i giorni. Quello che sorprende è che, a dispetto dei fiumi di birra e della grande folla, regna una grande civiltà. Ci sono gruppi perennemente ubriachi ma assolutamente pacifici. Nessun accenno di rissa, nessun momento di tensione. Il sottofondo musicale è fatto dai motori e dalle risate che scoppiano in continuazione. C’è molta allegria e cameratismo ed è facile fare conoscenza, soprattutto intorno ai bivacchi dove ti viene offerto il vin brulè. Insomma l’atmosfera è veramente contagiosa e quando scende la notte è ancora meglio: la luce dei falò dà un tocco di magia a tutto l’accampamento e se anche la temperatura si abbassa l’entusiasmo è tale da non farci sentire il freddo. Raggiungiamo a piedi un ristorante vicino e finito di cenare torniamo in tenda, stanchi ma veramente soddisfatti della nostra giornata tra gli elefanti. 


Venerdì 31 Gennaio. La notte è passata senza problemi. La neve è aumentata notevolmente e mentre Enrico dorme decido di uscire dalla tenda per scattare altre foto.L’accampamento si è ingrandito ma la maggior affluenza è prevista per sabato e domenica. Quando Enrico mi raggiunge ho finito il terzo rullino. Facciamo colazione in un chiosco e ritorniamo alla tenda per provare il fornello. E’ stato preparato dal nostro amico Maurizio che l’ha ricavato da un fusto metallico di caffè da 3 kg; come combustibile usiamo la carbonella da barbecue. Questo sistema (fornello + carbonella) ci permette di avere un’ottima resa col minimo ingombro al contrario dei Tedeschi che, cucinando su fuochi aperti, sono costretti a bruciare quintali di legna. Il fornello fatto col fusto disperde poco calore ed facilmente trasportabile in moto. Il nostro vicino lo osserva interessato ed apprezza soprattutto l’idea della carbonella. L’angolo cottura funziona bene, abbiamo sempre acqua calda per the o caffè solubile. 
Nel pomeriggio ci incontriamo con Mauro Stefanoni, meccanico di fiducia di Enrico e gran veterano dell’ “Elefante” (questo è il suo ventesimo!). E’ accompagnato da due amici di Piacenza. Sono arrivati a metà mattina e sono un po’ stanchi per il viaggio e il freddo. A piedi scendiamo a piedi in fondo alla Buca dove i più pazzi ci vanno in moto e tentano di risalire. E’ difficile descrivere queste scene, chi non vede non può capire. La sera ceniamo tutti e cinque nel solito ristorante. Naturalmente l’argomento è a senso unico. Tra birre e wurstel si parla solo di moto difendendo la propria e criticando quella altrui, come capita spesso. Torniamo in tenda. Anche se è notte continua ad arrivare gente. Il chiosco grande all’entrata è affollatissimo. Nevica, ma ormai siamo indifferenti. Entriamo nei sacchi a pelo e buonanotte. 
Una gran bella giornata. 


Sabato 1 Febbraio. Svegliandoci ci accorgiamo che le tende sono aumentate ancora. Decidiamo di partire in giornata prendendocela comoda. Con tutta calma facciamo colazione dopodiché raggiungiamo le moto. Sono coperte di neve. Hanno passato due notti, ferme, con temperatura -15°. 
L’XT500 parte al primo colpo. Una goduria infinita! Dopo averla fatta scaldare lubrifico la catena e rabbocco l’olio. Smontata la tenda salutiamo il nostro vicino tedesco con la famiglia al completo. Passiamo a salutare anche Mauro e i suoi amici. Loro partiranno domani. Leghiamo i bagagli sullo slittino e ci avviamo alle moto. Ore 12:00. Si parte. Lungo la strada mangiamo e comperiamo un cartone di birra da regalare a Maurizio: la merita tutta poiché lo slittino ci ha fatto risparmiare tanta fatica. Nevica a intermittenza. Alle 19:00 siamo a Vipiteno. Nell’ultima ora la temperatura si è abbassata molto. Troviamo l’albergo e dopo una doccia calda ci concediamo una bella cena robusta. 


Domenica 2 Febbraio. Sono quasi le 11:00. Partiamo e facciamo tutta autostrada. Alle 17:00 arriviamo a Fiorenzuola con un giorno di anticipo. L’avventura è conclusa. La soddisfazione è enorme: un sogno si è realizzato, il bambino è felice. CONCLUDENDOUn’esperienza splendida che mi sento di consigliare e che voglio ripetere. Vale senz’altro la pena farla in tenda. Solo così si può vivere lo spirito dell’ “Elefante”. XT500 fantastica. Fino a sabato mattina è stato l’unico esemplare italiano. Al contrario, quelle con targa tedesca erano tante tra cui anche sidecar. Moto eccezionale, mai problemi è sempre partita al primo colpo. LA FORZA DEL KICK STARTER!

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