Attenzione: lettura sconsigliata ai minori di 40 anni…
Ero da poco tornato da una bella vacanza strombolana di quasi 20 giorni. Proprio così: per non perdere l’abitudine, cerco sempre un vulcano. Ho sempre bisogno di una scossa tellurica e dell’odore di zolfo, altrimenti non c’è gusto.
Domenica 1° settembre ero a passeggio nel bosco di Capodimonte. Camminando, mi rendevo conto che il mio fisico, ma soprattutto il mio spirito, avevano bisogno di VERDE. Ed ecco che, come per magia, squilla il cellulare. Una voce lombarda un po’ falsata mi dice: “Figa! Sei il vicepresidente, sei fondatore del club, hai una moto che ti aspetta! Prendi un treno il 13 settembre, ti vengo a prendere con il carrello e le moto, non puoi mancare al raduno del Nord-Est!”
Al telefono era Davide Perrella, il presidente, conosciuto anni fa con il soprannome di “Ufficial”, membro del famigerato “Trio Nebbia”, attivo sull’Appennino tosco-emiliano e famoso per incursioni e sortite in tutta la penisola. Con questi “pazzi” nella testa, c’era poco da riflettere: dovevo solo fare i biglietti e delegare l’udienza del venerdì.
Con la benedizione della consorte e del rampollo con il violino nuovo, famiglia e lavoro erano sistemati. Il 12 settembre, a Posillipo, eravamo ancora in piena estate, si sudava muovendosi velocemente, e io mi accingevo a fare il bagaglio per andare su, nel Nord-Est. E che sarà mai! Con 3 t-shirt del motoclub, riflettevo se fossero sufficienti, mentre una voce insistente (mia moglie) mi suggeriva di controllare le temperature previste sulle app meteo.
Oilloche! Il verdetto era unanime: nei giorni del 13, 14, 15 settembre, sull’altopiano d’Asiago, ci sarebbe stato un drastico calo delle temperature. In un attimo ho tirato giù dalla soffitta tutto il borsone da neve, prendendo maglia e calzamaglia termiche, pile, felpa e pullover di lana a collo alto con zip. Involontariamente ho svegliato gli acari dal letargo. A quel punto non si capiva più niente: si sudava e si starnutiva; in casa c’erano 23 gradi grazie all’aria condizionata, mentre fuori ce n’erano quasi 30. Che caos!
Venerdì 13: si parte! Frecciarossa Napoli-Milano delle ore 15:25, in ritardo di 20 minuti. Arrivato alla stazione di Milano, ero come Totò nel film Totò, Peppino e la Malafemmina. L’unica differenza era il casco al posto del colbacco. Avevo meno di 8 minuti per prendere il treno per Brescia, e faceva ancora caldo a Milano. Salito al volo sul treno, mi rilassavo, ma non troppo. Davide era puntualissimo e operativo, ma col carrello e non poteva sostare. Uscendo dalla stazione, vedo una moto gialla muoversi nel traffico senza fare rumore: è lui! Salito al volo, mi sentivo felice e spensierato, sensazioni dei tempi passati.
Enego, ore 18:00 circa. Ci aspettavano Vittorio, Michele, Damiano e Beppe. A ruota arrivava Sandro; erano quasi tutti. Daniele sarebbe arrivato sabato, ma soprattutto c’erano Oriano con Mara, questa volta doppia coppia in sella. Dovete sapere che non è gente normale, che balla il liscio o i balli latino-americani, o per i più raffinati, il tango. Noi no, noi abbiamo due coppie con due cavalieri: Oriano con Mara e, questa volta, anche Lorenzo con Paola, che hanno ballato il valzer in sella alle XT500, chiaramente sulla marcia di Radetzky di Johann Strauss padre, in onore del maresciallo Radetzky per celebrare la riconquista austriaca di Milano.
La sera del venerdì, tra l’adrenalina del viaggio, la gioia della vacanza e qualche birra, ho chiacchierato tanto, ma niente rispetto a quello che avrebbe fatto Daniele.
Ma procediamo con ordine.
Sabato 14, ore 9:00, appuntamento, pronti via: 7 gradi, freddo freddo, ma sticazzi! Io ero il più equipaggiato e me la sono goduta alla grande!
Come è noto, SuperUzzo del Trio Nebbia, detto Beppe Uzzo, era reduce dal “viaggio” lungo la via della seta in moto (cfr. beppuzzo62 su Instagram). Grande impresa, ma fatta con la moto “sbagliata”. La nostra XT500 certe cose se le lega al cerchio e, quando ha sentito SuperUzzo nominare ancora una volta le due consonanti G e S, ha deciso di vendicarsi.
Il giro del sabato volgeva al termine quando, su una salitona di 13 tornanti circa, Uzzo, alzando il braccio, invitava me e Davide all’inseguimento. Sebbene la moto non fosse la mia, non potevo rifiutare nel mio ruolo. Ho pensato che non era carino risparmiarsi; del resto, la moto ne aveva bisogno. Arrivati all’ultimo rettilineo, la XT500 Desert di BeppUzzo, abbandonata per 50 giorni a Bologna e ora strapazzata per l’occasione, con uno sbuffo sputava la candela come Clint Eastwood sputa il sigaro in un film di Leone. E così, game over per il Marco Polo alla bolognese. Unica nota stonata di questo bel fine settimana.
Da questo episodio abbiamo imparato che, quando si fanno certe marachelle in giro per il mondo, è d’obbligo applicare almeno un adesivo del nostro Motoclub ben in vista, in modo che si possa leggere sempre la scritta XT500, e lei vi perdonerà.
Dopo una giornata strepitosa, una serata altrettanto esagerata. Con l’arrivo di Daniele Bettella, scoprivamo un mattatore fantastico con una mimica da attore di teatro. Il nostro skipper padovano ci ha raccontato che, dopo le sue imprese nautiche nell’Egeo, è tornato in sella alla sua XT500 da Brindisi a Padova. I suoi racconti show sono stati davvero tanti: dagli ormeggi rocamboleschi alle immersioni in apnea, fino ai rabbocchi d’olio filmati da centauri griffati in sella a grandi bicilindriche, che restano sempre increduli davanti alle lampadine a 6V della nostra moto. Ma che festival del cinema di Venezia! Il cinema vero era a Enego, nell’albergo con il padrone di casa sosia di Jack Nicholson in Shining, che ci ascoltava interdetto.
Il giro della domenica? Il top: incontri con marmotte, uccelli rapaci e un toro in calore. È trascorso velocemente. Pausa pranzo splendida in compagnia di tutti gli amici veneti, applausi a Oriano e al suo staff e un brindisi per tornare a casa appagato di tutto.
Ore 14:00, l’Ufficial dà l’ordine di ritirata: con il cervo e la polenta nella pancia, giù per i tornanti con me, e poi veloci a prendere i bagagli. Sapendo che il treno sarebbe partito da Bolzano, la puntualità era certa. Tuttavia, quando abbiamo pianificato la partenza, ci eravamo dati 20-30 minuti di margine per eventuali imprevisti.
E infatti, alle 14:30, dopo aver caricato la prima moto presidenziale sul carrello, mi accorgo che la ruota sinistra del carrello è completamente a terra. Il problema con l’intercalare veneto è che, in queste situazioni, non cambia molto. Così, tra zii cani e altri mammiferi quadrupedi indo-europei, venerati o bistrattati a seconda delle latitudini, con l’aiuto di Vittorio, Sandrino, Daniele e Davide, che sembrava il miglior Jean Todt in un pit stop di Schumacher, abbiamo cambiato la ruota in meno di 5 minuti.
Arrivato a Verona e seduto in treno, felice del giro in Nord-Est, sentivo però ancora il cervo che giocava con la polenta nella mia pancia.
In definitiva: autonomia differenziata? Secessione del Veneto col Leone di San Marco? Regno delle Due Sicilie?
Alle 21:38 ero a Napoli a 24 gradi; poche ore prima ero sui pascoli alpini, e a casa c’era ancora mia suocera a piede libero. Ho fatto fatica a rincasare. Per consolarmi, ho guardato le foto seduto nel parco sotto casa, immaginando i veneti a spasso per la Campania Felix. La visita va ricambiata, ora.
Concludendo: datemi una moto vera, che odora di benzina, che parte con i muscoli della gamba destra, dove l’elettricità non supera i 6 volt; datemi un treno puntuale e un presidente efficiente, e avremo fatto l’Italia e gli italiani. La chiameremo “Transizione Mitologica”, e la studieranno i posteri.
Davide Perrella, il presidente, in fissa con il colore giallo, ha un futuro da statista. Sentirete parlare di lui: altro che l’avventuriero dei due mondi o il maestro di Predappio! Salirà con la sua XT500 gialla le scale del Qui-Rinale, gridando “Kickstarter Power”, e abolirà monopattini e moto elettriche!
Francesco Schiano