È da un po’ che mi ronza in testa questo “giretto ” e finalmente metto in atto , quanto da tempo studiato a tavolino, tra cartine e roadbook vari. Approfitto del fatto di essere in vacanza a Molina di Ledro, ridente località sull’omonimo lago trentino poco sopra Riva del garda a circa 800 m slm. Da qui rispetto a dove abito, il giro diventa praticabile in giornata risparmiando qualche centinaio di km di trasferimento per arrivare in quota. Partenza ore 8 del 13 agosto. La giornata sembra ottima dal punto di vista metereologico, anche se a quell’ora non ci sono più di 18 gradi, il primo tratto è parecchio in ombra e non fa assolutamente caldo. Raggiungo Riva e da lì si inizia a salire sopra il lago di Tenno e poi via verso il passo del Ballino a circa 1600 m di quota, per poi arrivare a ponte Arche. Fino ad ora vivo questi km come puro trasferimento in quanto il bello verrà parecchio dopo. Qui si segue per Tione di Trento, la strada è molto piacevole, poco trafficata anche se in ombra ed in breve si imbocca la statale 239 che porta a Madonna di Campiglio, prima tappa del mio tour.
Una volta arrivato mi fermo alla funivia del Groste/Pradalago. C’è parecchio movimento, sono le 9,30, una sosta “tecnica” per me, qualche foto e si riparte: Campo Carlomagno, Folgarida, Marilleva, località sciistiche che anche d’estate hanno il loro fascino. Proseguendo si raggiunge Dimaro, qui si svolta a sx e si imbocca la statale 42 della Val Vermiglio, strada bella, sufficentemente larga, tutta in quota e molto divertente. Il susseguirsi di curve mi porta in breve al primo obiettivo della giornata: il Passo del Tonale a oltre 1800 m: sosta, foto, visita al monumento ai caduti, primi panorami d’alta montagna, piste da sci e impianti senza neve fanno uno strano effetto, qui affiorano alla mente i miei primi esperimenti con gli sci con gli amici, le prime avventure con le macchine dei genitori a 18 anni e mi scappa da ridere nel casco. Qualche altro scatto e via, non ho molto tempo per le soste se voglio completare quanto programmato.
Discendo velocemente verso Ponte di Legno, faccio il primo rifornimento e “attacco” il Gavia, (c’ero stato l’anno scorso ed è sempre affascinante). Si prosegue per una strada stretta che si inerpica con una serie di tornanti seguiti da un lungo traversone sul fianco della montagna. Ancora qualche tornante e si giunge al culmine del passo Gavia a quota 2621 m. Molti ciclisti (parecchie donne!) forse più che motociclisti, (che per il momento sono tutti stranieri). Mi fermo per qualche foto, il panorama è notevole c’è un bellissimo laghetto e la vista spazia dal Corno dei tre Signori, al Cevedale e poi via verso Bormio, attraverso la Valfurva: la strada è divertente da guidare, l’asfalto non male ed il tracciato assai vario, a mezzogiorno transito per Bormio, qui trovo il delirio, caldo, traffico concitato. Per fortuna, con la moto, in breve mi lascio alle spalle il tutto e mi preparo alla salita dello Stelvio . Dopo un paio di tornanti si comincia a salire per il versante della montagna , il tracciato è vario e divertente e il paesaggio si apre sempre più. Superato un costone, si passano alcune gallerie non illuminate , dal fondo non perfetto e ci si trova davanti la montagna segnata dallo zig zag di innumerevoli tornati. Si giunge all’imbocco della valle del Braulio, (famoso l’amaro) prima stretta e poi ampia con estesi alpeggi, ancora qualche tornante e qualche bella curva e si arriva al passo.
Difficile spiegare, bisogna farla questa salita per capire le imprese epiche dei ciclisti che si sono sfidati nei decenni su quella strada, per molto tempo non asfaltata. Per me è una passeggiata di salute, puro godimento infilare quei tornanti sfruttando il tiro in basso del poderoso mono che ho a disposizione, per loro, i ciclisti, fatica immane. All’una sono in quota: 2700 e rotti. C’è un gran casino: moto, auto, bici, sciatori, decido di parcheggiare e concedermi una meritata sosta , pranzo con pizzocheri (piatto tipico della valtelllina) ed arrosto, in tutto mi fermo circa un ora, la mitica XT500 attira le attenzioni degli appassionati che la immortalano con i loro telefonini facendo le domande di rito, scambio di opinioni, tedeschi che con una salamella in una mano e una birra nell’altra si entusiasmano! Foto di rito e riparto, destinazione Merano. Arrivando la vista è molto bella e faccio qualche foto, sono abbastanza stanco ma oramai sono vicino alla meta. Arrivato a Ponte Arche, praticamente chiudo il cerchio. Rifaccio il Ballino, il lago di Tenno e mi trovo a Riva del Garda, qui in un attimo arrivo a Molina e finalmente scendo contento dalla moto. Un attimo per ripassare nella mente tutte le belle cose viste una pacca sul serbatoio della giallona che è andata in riserva pochi metri prima e poi una salutare doccia per riprendersi dalla giornata davvero entusiasmante, ma decisamente impegnativa. Per fortuna qui fa fresco e mi godo la serata rivedendomi le foto dei luoghi attraversati.
Totale 460 km in 10 ore di moto ci sono voluti 3 pieni di benzina per un consumo di circa 20km al litro, davvero una libidine, pensando alla poca spesa per effettuare questo tour, totale 45€ compreso i 15 € del pranzo, davvero poca ripensando a quanto visto e sentito, odorato. Forse sarà l’ultimo anno visto l’intenzione di mettere un pedaggio all Stelvio.
Davide