IL 17° RADUNO NAZIONALE

12 Giugno 2015 589 views
17° raduno - castello tesino

Venerdì mattina, è presto, accendo la mia “nuova” Yamaha XT 600 2kf classe 1989, e raggiungo Federico che mi attende con la sua XT500 che borbotta al minimo. Partiamo da Sacrofano, in provincia di Roma e seguiamo la via Flaminia fino a Narni per circa 80 chilometri, per immetterci sulla E45, un tratto poco guidato, ci accompagna un caldo afoso. Doppiate Perugia e Cesena, altri 230 chilometri, verso Ravenna per la via Romea, poi Chioggia, Padova e finalmente la Valsugana. Il paesaggio finalmente inizia a ricompensarci per la strada percorsa, più si sale più è bello. Raggiungiamo Castel Tesino alle diciotto, con più di 600 chilometri alle spalle. In sella ad una monocilindrica con le ruote tassellate non sono una passeggiata.
Il campeggio dove alloggiamo è veramente suggestivo, l’aria è frizzante, ci troviamo immersi nel verde in una valle incastonata tra le montagne. Sabato, in mattinata ci raggiungono gli altri partecipanti, il raduno entra nel vivo, si scattano foto di gruppo e ci si prepara per il giro fuoristrada.


La mia XT600 ha delle coperture stradali consumate. Ha piovuto molto nei giorni precedenti, il terreno è pesante, devo fare attenzione. Parto con un cameraman come passeggero, mano a mano che si prosegue diventa sempre peggio e incappo in una scivolata, innocua per fortuna. Meglio ripiegare sull’asfalto e raggiungere i soci che hanno scelto il percorso su strada. L’appuntamento è a Passo Boccon per pranzo. Dopo la sosta necessaria per rifornire piloti e XT si riparte alla volta del Rifugio Crucolo, dove rimaniamo bloccati da un diluvio torrenziale. Impensabile ripartire sotto quella valanga d’acqua. Fortunatamente il gestore del locale, appassionato motociclista, ci intrattiene facendoci visitare le cantine e offrendoci prodotti locali.


Finalmente spiove e si rientra al camping. Il tempo per rinfrescarci e ci prepariamo per la cena. Come da copione una volta con le gambe sotto il tavolo, non manca nulla, il menu è ottimo e si ride e si scherza tra una boccale e l’altro. Sul finire della serata ci cimentiamo nel karaoke. Meglio quando guidiamo rispetto a quando proviamo ad intonare una canzone.
Io e Federico vinciamo il premio riservato ai partecipanti che hanno percorso più chilometri per raggiungere il raduno, un bel pezzo di Spek cadauno, niente male davvero.
Il mattino salutiamo mestamente tutti. Il cielo promette acqua, ma la strada da fare è tanta ci avviamo io e Federico e Luciano che ci farà compagnia per un bel tratto. Superata Chioggia, lungo la Statale Romea accade il fattaccio.

Una signora, pur vedendoci arrivare, è comunque uscita da una stradina laterale e si è immessa sulla nostra carreggiata proprio al passaggio di Luciano in testa al gruppo, che visto il fondo bagnato seppur frenando inevitabilmente ha sbattuto contro la sua auto. La sua moto, proseguendo la corsa, ha colpito anche una macchina proveniente nel senso opposto. Fefe stessa cosa solo che lui è rimasto sulla destra insieme la moto, mentre io che, venivo per ultimo, li ho visti entrambi per terra e per istinto ho cercato di frenare per non prenderli. Scivolando mi sono ritrovato per terra ma non ho toccato nessuno di loro o delle macchine. Alzandomi ho provato ad alzare la moto ma non potevo più appoggiare il piede destro per cui ho raccolto la mia freccia l’ho lasciata sopra la moto che avevano già alzato alcuni automobilisti di passaggio e mi sono seduto vicino a Luciano che stava peggio di me, a prima vista aveva il piede storto in dentro … Federico stava in piedi un po’ dolorante ma sembrava messo meglio di noi. Arrivati i soccorsi, hanno caricato me e Luciano e ci hanno portato al pronto soccorso di Chioggia. Dopo vari controlli ed esami hanno dimesso me e Luciano con i gambaletti di gesso. La moglie di Luciano, intanto, è arrivata in ospedale da Ravenna per riportare il marito a casa in macchina. A me ha dato un passaggio Paolo (trionfale) fino a Roma. Abbiamo cercato in tutti i modi di convincere Federico a venire con noi, ma ha voluto partire da solo in moto. Le nostre moto, la mia e quella di Luciano, sono rimaste per qualche giorno da un appassionato di vespe d’epoca, che le ha ricoverate nella sua officina. Adesso siamo tutti a casa chi più chi meno acciaccato. Io dovrò portare il gesso 4 settimane, Luciano forse di più, e Fefe sta bene a parte molteplici dolori e lividi … In tutto questo anche Paolo è stato tamponato al carrello con sopra la moto. Nell’impatto il posteriore del carrello si è danneggiato per fortuna le cinghie hanno tenuto e la sua Austriaca ha solo la il fanale posteriore rotto, insomma, pure a lui non è andata affatto bene… La mia moto adesso è da Luciano a Bagnacavallo. Quando starò bene andrò a prenderla non vedo l’ora di ritornare in sella alla mia moto. Tutto sommato mi sono divertito, il mio primo raduno con l’XT, il mio primo lungo viaggio con l’XT e ho solo rotto una freccia è andata piuttosto bene considerate le due cadute, certo mi è dispiaciuto per l’accaduto ma l’importante è poterlo raccontare.

Un saluto a tutti i soci del motoclub da Dimitri.

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