ELEFANTENTREFFEN 50°

26 Gennaio 2006 880 views

Chi è stato contagiato dal virus dell’elefante, durante l’anno si illude di essere guarito credendo di condurre una vita “normale” e di poter archiviare l’Elefantentreffen tra le esperienze fatte che non potranno più avere un seguito. Poi, immancabilmente, quando arriva l’inverno comincia ad essere irrequieto ed ecco i soliti pensieri: come migliorare l’equipaggiamento, il bagaglio da portare, come viaggiare più leggero, il carico da sistemare, la moto da mettere a punto, l’orario di partenza, la strada da fare e via di seguito. Quando si avvicina fine gennaio, i fatidici giorni della merla, la febbre sale di brutto e si capisce che il virus non è stato debellato. Allora fervono i preparativi e non si pensa più ad altro. Quest’anno poi la febbre è altissima, complice il 50° compleanno del Raduno. Non c’è aspirina o altra medicina che possa funzionare, l’unico rimedio è partire. Siamo molto determinati e nonostante le allarmanti previsioni del tempo (spesso terroristiche) ed un mal di gola che mi tormenta ormai da giorni, decidiamo di andare comunque. Il dado è tratto. 


Giovedì 26 Gennaio ore 4:30: appuntamento a Fiorenzuola con Stefano e la sua BMW, un breve briefing e si parte. A Trento ci troviamo con Giordano e proseguiamo insieme. Fa un gran freddo ma il tempo è bello. A Vipiteno -14° e le mani soffrono, ma basta una sosta per far benzina e ci si riprende subito. Chissà al Brennero, non oso pensarci! Il viaggio procede bene nonostante il freddo bestia e la visiera che ogni tanto si appanna. Stringendo i denti arriviamo a Loh (il luogo del Raduno) secondo l’orario previsto, ore 13:45. Paghiamo la quota d’entrata e sistemiamo le tende. 

La neve caduta nei giorni scorsi è tanta, ma notiamo con piacere che sta arrivando molta gente in anticipo rispetto alle passate edizioni. Per essere solo giovedì le tende piantate sono già parecchie. Il 50° compleanno è veramente sentito al punto che l’organizzazione, in via del tutto eccezionale, ha fatto un adesivo ed una patch con tanto di bordo dorato e corona d’alloro. Uno strappo all’essenzialità, che significa voler riconoscere la straordinarietà dell’evento di quest’anno. Il pomeriggio trascorre tranquillo passeggiando tra i bivacchi ed i chioschi per osservare i mezzi più strani e per bere qualcosa di caldo o di freddo, a seconda delle preferenze. Ci sono partecipanti provenienti da tutta Europa: Polonia, Russia, Repubblica Ceca, Olanda, Spagna, Francia, Inghilterra, tutti venuti per celebrare questo rito invernale che si ripete da cinquanta anni; spinti dalla passione ma non solo, anche da una sana follia che porta ad uscire dagli schemi e fa di un Elefante non un eroe ma semplicemente uno spirito libero. La sera ho l’occasione di conoscere il Lupo di Pistoia, un veterano ma anche un’istituzione dell’Elefantentreffen. Lo trovo allo Yeti (l’enorme chiosco all’entrata, a nostro dire il più bel bar d’Europa) ed è subito feeling. Più che una conversazione è un’apologia, liberata però dalla retorica di un Raduno per soli duri e bevitori anzi è soprattutto un incontro di romantici. Bravo Lupo, la pensiamo allo stesso modo! 


E’ stata una giornata lunga e alquanto intensa, è mezzanotte e ci ritiriamo nelle nostre cucce. 
Venerdì 27 Gennaio la mattina è fredda ma soleggiata. La notte è trascorsa bene ma è stata un po’ rumorosa: sirene da allarme aereo, chitarre, canti, bengala, motori fuorigiri, monologhi di tedeschi ubriachi e alle 6 in punto una voce da muezzìn che dava la sveglia a tutto il campo. L’Elefantentreffen è sempre vivace, notte compresa. Con molta calma andiamo in paese e ci infiliamo in un bar per concederci una colazione robusta, che poi diventa pre-aperitivo, che poi diventa aperitivo e che poi diventa pranzo. A pancia piena riceviamo notizie “drammatiche” dall’Italia: a Fiorenzuola una nevicata eccezionale ha mandato tutto in tilt, le scuole hanno chiuso e non ci si può spostare in macchina. Non sapendo cosa potremmo trovare nel viaggio di ritorno, decidiamo di anticipare il rientro avvicinandoci a casa. Raccogliamo così armi e bagagli e alle 15 in punto partiamo. Procediamo senza fretta, ma verso sera fa veramente freddo. Decidiamo quindi di fermarci poco prima di Innsbruck e alloggiamo in un confortevole albergo con una bella taverna che propone un menù di carne alla griglia. Dopo pochi minuti siamo già con le gambe sotto al tavolo, di fronte ad una serie infinita di costine accompagnate da una birra cruda non pastorizzata e non filtrata. Che giornata: tra un pasto e l’altro siamo riusciti ad infilarci anche un giro in moto! 


Sabato 28 Gennaio: La partenza è ritardata dalla BMW di Giordano che ha problemi di avviamento, ma dopo un po’ di tentativi coi cavi ce la facciamo. Fortunatamente le strade sono a posto, la nevicata eccezionale ha colpito la zona di Parma e Piacenza per il resto solo freddo. Alle 16 circa siamo a Fiorenzuola, completamente sepolta. Sosta al bar per salutare gli amici e lo stomaco ci ricorda che abbiamo saltato il pranzo: rimediamo subito con una merenda a base di salume, ciccioli e formaggi, il tutto innaffiato da un vino rosso corposo che suggella la fine dell’avventura. Non potevo mancare, assolutamente. Dovevo esserci, anche in omaggio a quei romantici che nel ’56 hanno dato il via e che mi hanno permesso di godere come un riccio in questi anni. 
XT500 come al solito: mai un problema e, nonostante la bobina da sostituire, è sempre partita dopo pochi colpi. 


Concludendo: Elefante è il Raduno invernale per eccellenza e sopratutto non è una passeggiata alla portata di tutti. Noi del MotoClub XT500 siamo orgogliosi di avere tra noi un Amico che realizza i suoi “sogni” e li condivide, attraverso queste pagine con tutti noi. 


Paolo sei grande!!

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