ELEFANTENTREFFEN 48°

28 Gennaio 2004 870 views

Un Raduno del genere non ti lascia mai indifferente. Tutt’altro, basta viverlo una sola volta come si deve e si rimane segnati. E’ una combinazione di tre ingredienti: moto, freddo, campeggio (quasi sempre nella neve). Tralasciando anche uno solo di questi elementi l’esperienza non sarebbe completa. Tanti Italiani pernottano in albergo, senza poter apprezzare fino in fondo lo spirito del Raduno. Perché è proprio il Raduno la parte migliore, che fa capire che ne è valsa la pena fare tanti km al freddo. E’ qualcosa di unico, completamente fuori dagli schemi. Come atterrare su un altro pianeta. Ed è campeggiare che fa la differenza. Paradossalmente c’è molto più calore la notte nella Buca illuminata dai falò, che nella camera di una confortevole pensione nei paraggi. Rigenera molto di più un vin brulé o una birra offerti da uno sconosciuto, che la doccia calda di un albergo di lusso. E così, un anno dopo la mia prima volta, sono stato contagiato dal virus dell’Elefante.

Quest’anno il gruppo è aumentato. 
Siamo in quattro: io, Stefano su BMW R65 del 1982, Enrico su BMW R80 GS del 1986 e suo cognato Paolo su BMW K100 LT. Stefano ha parecchi anni di scoutismo alle spalle ed affronta questa avventura con la stessa calma e determinazione di un veterano dell’Elefante. L’ XT500 ha bisogno di poco: gomme tassellate per affrontare la neve senza troppi problemi, un tagliando fatto con cura da Fabio Poggi (meccanico fidato) ed un portapacchi supplementare costruito dal fratello Franco. Dopo un cambiamento di programma dell’ultimo momento, decidiamo di partire scaglionati: Enrico e Paolo Mercoledì 28 Gennaio, io e Stefano Giovedì 29. L’appuntamento è al Raduno al solito posto dell’anno scorso. Stessa spiaggia stesso mare. I telegiornali non parlano altro che di freddo, neve e maltempo in tutta Italia. Nonostante qualche preoccupazione (la mia paura è il ghiaccio) non ci facciamo scoraggiare. Si parte comunque. 


Giovedì 29 Gennaio Ore 6:00. L’avventura comincia da Fiorenzuola (PC). Siamo mattinieri perché vogliamo arrivare assolutamente prima che faccia buio. Viaggiamo spediti, ci fermiamo solo per fare benzina senza nemmeno scendere dalla moto. Normalmente l’XT500 ha poca autonomia, così carica ancora meno. Circa ogni 100 km facciamo sosta ad un distributore. La giornata è scura e molto fredda, ma le strade sono pulite. A Vipiteno il termometro segna -12, al Brennero mi dimentico di guardarlo ma si sente che la temperatura è più bassa. In Germania nevica e rallentiamo notevolmente per la scarsa visibilità. Si viaggia con una sola mano mentre con l’altra si pulisce la visiera dalla neve. Poco prima di Muhldorf la sosta più lunga: pisciata, antipioggia, rabbocco olio all’XT500, un pezzo di cioccolato per tener buono lo stomaco e siamo ancora in sella. A circa 10 km dall’arrivo la strada secondaria che stiamo percorrendo è completamente bianca di neve. Le gomme artigliate montate da Fabio vanno benissimo e danno sicurezza. Al contrario Stefano, con gomme stradali, procede a fatica dimostrando però pazienza e tenacia. Viaggiamo a passo d’uomo e un’indicazione sbagliata data da una signora del luogo ci fa perdere altro tempo. Curiosamente non esiste nessun cartello che segnali la direzione del Raduno. Bisogna proprio guadagnarselo fino in fondo. Verso le 16 arriviamo, in anticipo sul buio. Scarichiamo i bagagli, parcheggiamo le moto fuori dalla recinzione e le copriamo con un telo mentre Enrico ci raggiunge con lo slittino al guinzaglio. Carichiamo il tutto, paghiamo 18 euro di iscrizione e ci avviamo al posto tenda. La sistemazione è alquanto lunga. Spaliamo la neve, torniamo all’ingresso per comprare le balle di paglia e montiamo la tenda al buio. Si sono fatte le 19. Siamo stanchi, sudati e affamati. Il viaggio ma soprattutto le ultime operazioni per accamparci hanno richiesto molta energia. Ci avviamo a piedi al ristorante poco distante e mettiamo le gambe sotto al tavolo. Il primo brindisi è per i soci del Motoclub che hanno tifato per noi. La cena è un vero toccasana che ristora corpo e spirito. Mentre torniamo la neve continua a scendere. Mi fermo alla moto parcheggiata e guardo sotto al telo il termometro legato al manubrio: -3 gradi. Tutto sommato una temperatura accettabile, ma sono circa le 22 e si abbasserà ancora. Arrivati in tenda entriamo nel saccopelo e siamo tra le braccia di Orfeo. Per me e Stefano è stata una vera galoppata. Cominciata prima dell’alba. 

Venerdì 30 Gennaio Sveglia verso le 8:30 circa. La notte è trascorsa bene, senza avvertire il minimo freddo. Grazie soprattutto alla paglia tra terreno e pavimento, un isolante veramente miracoloso. Il resto è merito del materassino e della tenda Svalbard per climi rigidi. Alcuni gruppi bivaccano senza tenda dormendo sotto una copertura improvvisata fatta con un telo, ma col fuoco acceso vicino. La giornata è grigia, ma l’umore è dei migliori. Dopo la colazione cominciamo a goderci il Raduno, visitandolo in lungo e in largo. Ho un solo rullino da 24 pose quindi decido di limitare le foto ricordo al minimo indispensabile e riservare le altre alle moto più interessanti, ai personaggi e alle situazioni più curiose. E’ bello vedere il Raduno popolarsi lentamente, le tende aumentare sempre più. All’ingresso l’afflusso è ininterrotto, sia di giorno che di notte. Le XT500 straniere sono tante, fino ad ora la mia è l’unica italiana ma stasera dovrebbe arrivare quella di Franco Faccin di Udine. Ci siamo sentiti pochi giorni prima di partire tramite posta elettronica e ci siamo scambiati i numeri di cellulare. Poiché la data di partenza non coincideva con la mia e nemmeno la strada sarebbe stata la stessa, siamo d’accordo di trovarci qui al Raduno. Franco non è ancora socio del Motoclub, ma con un annuncio che ha messo nella bacheca del sito e con la complicità di Gianluca De Angelis è riuscito a contattarmi. Anche quest’anno ho la conferma di quello che pensavo: ci sono molte più XT500 circolanti all’estero che in Italia. Credo che una moto per aver successo in Italia e poter vendere tanto non possa prescindere dalle prestazioni. E questo è un grosso limite degli Italiani che danno priorità a potenza e velocità trascurando affidabilità, robustezza, longevità e quant’altro. Non per niente i maggiori estimatori dell’XT500 sono in Germania e Francia e ciò la dice lunga sulla validità del mezzo. Trascorriamo la giornata passeggiando senza alcuna fretta, concedendoci di tanto in tanto un caffè un panino o una birra, soffermandoci ad osservare incuriositi le moto più vecchie o più strane, fotografando le scene che meritano di più. Qui all’Elefantentreffen non c’è niente di banale, bisogna provare per credere. Ore 18:30. Lo stomaco non reclama ancora, così decidiamo di giocare d’anticipo cominciando con un aperitivo in quello che ormai è diventato il “nostro ristorante”. In fila indiana ci incamminiamo al buio lungo la strada. Dopo circa un quarto d’ora incrociamo una moto con due persone che si fermano per chiederci informazioni in una lingua che potrebbe essere tedesco. Rispondo con le uniche parole che conosco, dicendo che non capisco perché sono italiano. A questo punto osservo la moto, Harley Davidson Fat Boy 1450: sono i miei amici “disgraziati” Davide R. & Davide B!!! Scemo e + Scemo che senza dirmi niente hanno fatto questa sorpresa. Da non credere ai miei occhi!!! Una sorpresa riuscitissima, complice Enrico che mi ha tenuto all’oscuro di tutto e complice il caso (o più facilmente il destino) che ci ha fatto incontrare nell’unico momento possibile. Una scena memorabile. Anche usando la fantasia non sarei mai arrivato ad immaginarmi una cosa del genere. Ora il gruppo è salito a sei. Arriviamo nel ristorante e tra i primi brindisi Scemo e + Scemo cominciano a raccontarci di come è nata l’idea e del viaggio fatto. Scemo (Davide R.) non poteva partire con noi per problemi di lavoro e perché non ha l’equipaggiamento adatto. + Scemo (Davide B.) non poteva partire con noi perché non ha la moto e nessun tipo di equipaggiamento. Decidono di partire in due con l’Harley, facendosi prestare abbigliamento saccopelo e altro dai nostri amici, prendendo questa improvvisata come una missione da compiere. Il viaggio è stato molto sofferto, soprattutto per mani e piedi. Ma ora sono qui con noi e hanno raggiunto l’obiettivo. Davide B. (+ Scemo) ha di suo solo le mutande e l’orologio, mentre Davide R. (Scemo) le mutande l’orologio e la moto. Quel che si dice essere fatti l’uno per l’altro. Dio li fa poi li accoppia. Si sono portati anche una tenda (in prestito naturalmente), ma decidiamo che per sveltire le cose non la monteranno e dormiranno con noi. Ci stringeremo ma lo facciamo volentieri, perché il loro primo Elefantentreffen se lo sono guadagnati nel modo più pazzo. Ora vanno ricompensati. Al cellulare mi chiama Franco Faccin. Gli spiego che sono in un ristorante e che se vuole posso aspettarlo qui per cenare insieme. Dopo avergli spiegato dove si trova il ristorante mi risponde che è quello dove lui è già entrato da cinque minuti! Il caso (o più facilmente il destino) sta giocando un ruolo importante. Franco è accompagnato da un suo amico. Li invitiamo al nostro tavolo e dopo le presentazioni ha inizio la cena. Ora il gruppo è salito a otto. Franco mi racconta che ha tre XT500 e che è al suo sesto Elefante. Così, tra risate e abbondanti libagioni la serata trascorre allegramente. Torniamo al Raduno e prima di andare a letto facciamo un giro fin giù nella Buca. A mio avviso è questo il momento migliore. Infatti di notte l’Elefantentreffen dà il meglio, sarà per i falò o per chissà cosa ma l’accampamento nel buio è veramente suggestivo. Ad un chiosco beviamo il bicchiere della buonanotte per poi entrare nelle nostre tende. Una bellissima giornata


Sabato 31 Gennaio Finalmente è arrivato il bel tempo. Il cielo è limpido ed il sole splendente. Si sta alzando la temperatura e si comincia a vedere qualcuno a torso nudo, più che altro per esibizionismo. Dopo la colazione cominciamo lentamente a smontare le tende e caricare le moto. Sono circa le 10 e stanno arrivando molti partecipanti, grazie anche al sole. Anche gli Italiani arrivano numerosi, molti dei quali con le moto scariche. Avranno pernottato in un albergo qui vicino. E’ in questo momento che incontro la terza XT500 italiana appena giunta. E’ di Stefano di Vicenza. Non perdo l’occasione per consegnargli immediatamente il biglietto da visita del Motoclub, con la speranza che si faccia socio. Salutiamo Franco e il suo amico , loro partiranno domani. Ultime foto e partenza diretti a Vipiteno. Il viaggio fila via liscio, all’insegna del bel tempo. Arriviamo a Vipiteno che è buio e prendiamo posto in una pensione. 


Domenica 1 Febbraio. Tutta una tirata in autostrada e poco prima delle 14 siamo a casa, anche stavolta con un giorno di anticipo. Domani è l’ultimo giorno di ferie e mi dedicherò a lavare la moto che ha il sale dappertutto. Avventura conclusa. Molto meglio dell’ultima volta. Edizione più difficile rispetto alla scorsa perché abbiamo trovato più neve e freddo, per me invece è stata più facile grazie soprattutto alle gomme artigliate che sulla neve sono state eccellenti. Questo Elefante l’ho goduto davvero perché l’ho vissuto senza apprensione. E ora si pensa già al prossimo anno e a quello dopo ancora, quando sarà il Giubileo: 50 anni di Elefantentreffen, da non perdere assolutamente. 


La strada 
Stefano è stato il topografo o come dicono gli Americani il road captain. Ha individuato il percorso più facile che evita un bel po’ di problemi, soprattutto nell’ultimo tratto: 
· autostrada per il Brennero; 
· proseguire per Innsbruck e Monaco; 
· uscire a Rosenheim e seguire la strada N°15; 
· arrivati ad Haag seguire per Passau seguendo ora la strada N°12; 
· giunti a Passau uscire a Passau Nord; 
· seguire per Passau; 
· a circa 7-8 km dall’uscita dell’autostrada seguire, sul lato sinistro, le indicazioni per Tittling, (strada B 85); 
· proseguire per Gumpenreit dove, sulla sinistra, seguire per Solla; 
· appena lasciata la B 85 ci si trova di fronte ad un bivio, prendere a destra; 
· continuare sempre diritto fino ad arrivare a Solla; 
· a Solla ci si trova ad un quadrivio, girare a sinistra (strada in leggera discesa) fino ad incontrare la località Loh. 


CONCLUDENDO: E’ il Raduno invernale per eccellenza. Chi ha un minimo di esperienza nel campeggiare deve pernottare in tenda, stare in albergo non è da Elefanti. La moto non ha avuto nessun inconveniente, ma questa non è una novità.

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